Francesco Alaimo

Poeta, storico,critico direttore didattico membro della Società Siciliana per la storia Patria, medaglia d’argento del Ministero della P.I.

Nasce da Biagio Alaimo e Rosa Passalacqua nel 1877. Non si conosce la data di morte, si hanno notizie di lui sino al 1950.

Lasciò molte pubblicazioni, fra cui il saggio critico-storico su G. Salerno “Lo Zoppo di Gangi” e l’altro su Giuseppe Fedele Vitale-Salvo.

Come poeta dialettale è autore de la “Vigna” poema a cui affidò le antiche vicende di Gangi fino al 1366, poi di “Fiori e Lacrime” raccolta di sonetti, poesie varie, canti in lingua e poesie in dialetto ed inoltre dei “Canti di Tripoli e dell’Egeo” che esaltano le eroiche gesta dei soldati italiani in Libia.

La “Vigna” (su cui soffermiamo l’attenzione in quanto parla di Gangi) è poema siciliano di 8 canti in ottave siciliane. E’ un viaggio fantastico nella storia di Gangi fino al 1366 farcito di aneddoti curiosità racconti fantastici, presi con sapienza dalla spendida dialettica tra l’io narrante e “u Zu Puddu Muntisano”, metafora del vecchio saggio gangitano “Ia sugnu lu zu Puddu Muntisanu l’amicu di lu nannu di to nannu,l’anticu malantrinu gangitanu”.

Ad Introduzione di ogni canto il poeta pone “l’argomentu” strofa in ottave sunto del canto.
L’argomento del primo canto ci introduce pienamente nella vicenda:

Mentri annettu la vigna, ‘na caverna
Si grapi, e spunta un vecchiu gangitanu,
Chi ‘nta ‘na sala pi ‘na strata interna
Mi guida d’un palazzu suttirranu,
Cci apprunta ddà, pusata la lucerna,
Da manciari un fullettu ammanu ammanu.
Passatu ‘ntra ‘na villa dda sutta
Restu a dormiri sulu ‘nta na grutta.

Nel 1950 il F.A. aveva 73 anni esce “Fiori e Lacrime” raccolta di poesie quasi esclusivamente in lingua italiana,eccetto l’appendice di 16 poesie in dialetto siciliano.

L’opera ci mostra un Alaimo in gran vena versatile perfettamente compreso della materia letteriaria che maneggia abilmente”.(R. Cortimiglia).
Siamo alla maturità che delinea e definisce i contorni dell’artista.

L’opera è composta da 6 corpus più un appendice “Poesie varie”, “Romanticismo”, “Paesaggi delle Madonie” “Canti”, “Santo Onofrio” e l’appendice “Poesie in dialetto siciliano”.
Concludiamo con qualche verso di un sonetto della sezione ” Paesaggi delle Madonie intitolato Engio:

Turrita, e di finestre crivellata
Per l’aperta montagna Engio si stende;
e a guardarla divaria a gradinata
nel mentre il sol la fide e su vi splende.